«La chirurgia estetica un “burqa di carne”? Ma per carità, noi chirurghi estetici aiutiamo i pazienti ad accettarsi meglio»

La posizione dell’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino (Aiteb) in merito alle dichiarazioni del cardinal Ravasi.

«Altro che burqa: la chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica è una conquista fondamentale della società moderna. Ripara i difetti congeniti, i traumi e le demolizioni, e, perché no, corregge i tratti somatici sgraditi o segnati dall’invecchiamento».

È la posizione dell’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino (Aiteb) in merito alle dichiarazioni del cardinal Ravasi, che ha definito la chirurgia estetica un “burqa di carne”.

«La chirurgia estetica non è certo un burqa, ma piuttosto il contrario: armonizzando viso e corpo e curando un disagio noi chirurghi plastici, medici estetici e dermatologi aiutiamo i pazienti ad acquistare più fiducia in se stessi e a vivere più serenamente» afferma Massimo Signorini, presidente di Aiteb.

La chirurgia e la medicina estetica non generano, nella stragrande maggioranza dei casi, dei “mostri”: «Le persone che ricorrono a interventi estetici sono in continuo aumento: pensiamo al botulino, che è il trattamento più praticato al mondo e il secondo più eseguito in assoluto in Italia, dove sono circa 250mila le procedure realizzate in un anno: se davvero i risultati fossero eccessivi o disastrosi, si vedrebbero risultati artificiali ovunque.

Il problema non siamo noi medici, che ogni giorno siamo impegnati anche a rifiutare o a modulare le richieste eccessive che ci vengono fatte dai pazienti: siamo i primi a dire che gli interventi devono avere come scopo la ricerca di un’armonia e la risoluzione di un disagio, piuttosto che risultati eccessivi o artificiosi». Aggiunge Pierfrancesco Cirillo del direttivo Aiteb: «Un altro aspetto del problema è che in Italia chiunque, anche senza una formazione specifica, può esercitare la professione del chirurgo plastico e del medico estetico: questa è la causa principale di certi risultati che purtroppo a volte si vedono in giro. Il problema non è da ricercare nella chirurgia estetica, quanto piuttosto nel bombardamento mediatico, che impone certi modelli e una omologazione in tutto. Anche nell’aspetto fisico».