Al sole sì, ma con criterio: il fattore di protezione

Il bersaglio principale delle radiazioni solari (UVA  A=Age e Allergia e UVB B=Bruciatura) è il DNA. La radiazione solare arriva al nucleo delle cellule e provoca mutazioni che contribuiscono al fotoinvecchiamento con rilassamento della pelle, perdita di tono e comparsa di rughe. Tuttavia l’esposizione al sole è indispensabile alla vita: ha impatto benefico sull’umore, serve per la sintesi di vitamina D essenziale per l’assorbimento dl calcio nelle ossa.
Come beneficiare del sole senza correre rischi? Tramite i filtri solari. Facciamo un po’ di luce sul FATTORE DI PROTEZIONE detto anche SPF (sun protection factor) che fornisce un’indicazione numerica (da 6 a 50+) relativa alla capacità del prodotto di schermare o bloccare i raggi dl sole. I filtri solari agiscono assorbendo o riflettendo i raggi UV.
Ma una serie di fattori influenzano la quantità di radiazioni solari che raggiungono la persona tra cui la durata di esposizione, l’ora del giorno, la posizione geografica, le condizioni meteo e soprattutto il fototipo del soggetto (pelle chiara pelle scura). Quindi non abbiamo ancora  a disposizione un sistema di rating vero e proprio per la protezione contro gli UVA. Dobbiamo attenerci ai criteri di conformità dei prodotti che proteggono la pelle da UVA e UVB. La commissione europea ha messo a punto un’etichettatura per i prodotti di protezione solare semplice e comprensibile:

PROTEZIONE /SPF
Bassa 6 -10
Media 15 – 20 – 25
Alta 30 – 50
Molto Alta 50+

Bisogna diffidare di diciture fuorvianti come “sun block” o “schermo totale” in quanto non esiste uno schermo totale e di prodotti con fattore di protezione inferiore a 6 o superiore a 50+.

spf fattore

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