Il passare del tempo induce sui nostri tessuti una perdita volumetrica per alterazione del normale rapporto tra la distruzione e la costruzione dei tessuti stessi.
L’impalcatura ossea, sostegno per i tessuti molli, diminuisce la sua consistenza. Il trofismo muscolare (cioè lo stato di nutrizione del muscolo che si rappresenta con la tonicità) si riduce con diminuzione della volumetria dei singoli capi muscolari.
L’ipoderma si assottiglia riducendo la consistenza dei tessuti delle guance. La cute diminuisce il suo spessore principalmente per riduzione del volume del derma.
Tutto questo determina una perdita di consistenza dei tessuti del volto con caduta verso il basso di quelli molli, sottoposti alla gravità.
Questi processi caratterizzano l’invecchiamento del volto, processo fisiologico che, però, oggi non è accettato. Ciò porta alla ricerca di ogni mezzo possibile utile ad evitare la vecchiaia.
Purtroppo molti di questi mezzi determinano un ulteriore danno biologico che transitorio miglioramento e successivo peggioramento. Anche l’industria cosmetica ha percepito questa debolezza della donna e propone con pubblicità accattivanti e, spesso ingannevoli, rimedi miracolosi di mantenimento della giovinezza della cute. Il nostro intervento, come medici, deve partire inizialmente da un discorso di prevenzione.
Quindi, per quanto possibile, intervenire con mezzi restitutivi utili a riportare al suo normale stato fisiologico la nostra cute; ed infine, quando non é più sufficiente, passare ad interventi di correzione che migliorano l’armonia estetica del volto.
Tutto questo deve sempre essere effettuato secondo i principi della scienza medica. La rigenerazione è un processo fisiologico alla base della continua ricostruzione di alcuni tessuti, quali quello cutaneo.
Per mantenere funzionali tessuti ed apparati il nostro organismo attua una continua rigenerazione basata su una dissoluzione del tessuto preesistente e sulla ricostruzione dello stesso.
La riparazione è un processo biologico utile a compensare la perdita di parte di un tessuto conseguente ad un danno. Questa perdita è bilanciata con la neoformazione di un tessuto connettivale detto tessuto cicatriziale che non può sostituire il tessuto iniziale perché é diverso senza un miglioramento biologico.
Iniziamo, per questo ad approfondire il concetto di biostimolazione. Questo oggi è divenuto uno dei trattamenti di medicina estetica più richiesti e proposti. Vari sono i nomi utilizzati per definirlo:
- Biostimolazione
- Bioristrutturazione
- Biorigenerazione
- Biorivitalizzazione
E’ preferibile l’uso del termine biostimolazione per indicare un’attivazione delle funzioni biologiche della cute al fine di ottimizzare la fisiologia di questa con un conseguente miglioramento estetico. Dopo questa premessa vediamo come effettuare una giusta biostimolazione. Le funzioni cutanee vengono attivate attraverso un miglioramento funzionale delle cellule epidermiche e dermiche che porta ad una normalizzazione dello stato della cute.
Questo prevede un regolare ricambio epidermico. Il regolare ricambio epidermico nasce dalla neoformazione di componenti strutturali e richiede la fisiologica stimolazione del fibroblasto (la cellula del derma) in senso rigenerativo e non riparativo. La rigenerazione dermica viene attivata quando alcune sostanze agiscono stimolando dei recettori del fibroblasto (detti CD 44) che inizia così a produrre in senso rigenerativo collagene reticolare, acido jaluronico ed elastina.
Per ottenere ciò si compie un “percorso” diviso in due tempi fondamentali: la stimolazione fibroblastica con acido ialuronico a basso peso molecolare (10 – 20.000 dalton) con prodotti specifici frutto della ricerca più accreditata, Medical devices di III° livello certificati CE dall’Istituto Superiore di Sanità italiano, che contengono frammenti di acido ialuronico, gli unici che sono in grado di esercitare una biostimolazione efficace per attivare i recettori CD44 del fibroblasto e per idratare, aminoacidi e bicarbonato per mantenere un corretto Ph (la basicità della matrice è fondamentale per la costruzione di proteine come il collegare e l’elastina).
I prodotti vengono somministrati per via iniettiva con piccole punturine sul volto in ragione di una seduta a settimana per 4 settimane (il protocollo è costruito seguendo la fisiologia e la biologia della pelle del volto che ha un turnover cellulare di 28 giorni – ogni terapia che non rispetta i “tempi biologici” non può essere intesa come biostimolante ed è inutile!).
Dopo questo periodo di tempo, in cui i fibroblasti hanno raggiunto il picco dell’attivazione, vengono iniettati, con la stessa cadenza settimanale, gli aminoacidi utili alla costruzione della matrice dermica e delle proteine fondamentali che mantengono la nostra pelle sana, tonica, elastica, luminosa, turgida, giovane, il collagene e l’elastina.
Al termine del percorso è possibile effettuare la Mesoterapia con blocco colinergico. In parole semplici é l’uso della tossina botulinica ad alte diluizioni o MESOLIFTING. Numerosi studi effettuati in tal senso si sono conclusi evidenziando gli effetti della somministrazione di tossina botulinica a concentrazioni molto diluite sul volto, collo e decollété concludendo che:
- il mesolifting è in grado di offrire un effetto antiossidante;
- il mesolifting riduce nelle cuti seborroiche la produzione di sebo;
- il mesolifting restringe i pori della pelle donando un aspetto più compatto e tonico;
- il mesolifting nelle cuti con couperose riduce il rossore per la vasocostrizione che produce;
- il mesolifting é utile per r combattere l’acne.
Oggi abbiamo a disposizione dei protocolli terapeutici certificati che fanno di queste terapie un must di assoluto rilievo nel campo della medicina, non solo estetica, ma preventiva e antiageing. Le terapie che propongo per la biostimolazione cutanea sono essenzialmente queste: quelle con un supporto scientifico. I prodotti che uso nella mia pratica quotidiana sono quelli che soddisfano questi concetti e sono medical device con progettazione esclusiva.
I prodotti contengono gli stimolatori dei recettori CD44 del fibroblasto (frammenti di acido ialuronico libero a basso peso molecolare) che inducono la produzione di collagene di tipo III (collagene giovane, cioè il collagene buono) e tutti gli aminoacidi essenziali per la costruzione e il mantenimento della matrice dermica, oltre ad antiossidanti come vitamina C e glutatione.
Inoltre i medical device contengono un aminoacido che blocca l’azione degradante della ialuronidasi (sostanza che distrugge l’acido ialuronico), un altro che promuove la riproduzione dei fibroblasti e uno che migliora la microcircolazione sanguigna.
Approfondimento: la verità sulla biostimolazione
Una delle tecniche di medicina estetica che si sta affermando sempre più è quella della biostimolazione cutanea, utile al miglioramento dello stato biologico e fisiologico della cute.
Come sempre il mercato si indirizza nel settore più richiesto dalle pazienti ed una pletora di prodotti vengono oggi proposti come biostimolanti. Innanzi tutto bisogna ricordare che il termine biostimolazione indica unʼattivazione biologica generica che, ovviamente, potrà esitare sia in risultati positivi che in risultati negativi.
Indubbiamente i prodotti proposti come biostimolanti vengono accettati dal medico e dai pazienti per una possibile risposta positiva sulla biologia della cute.
Da ciò un primo chiarimento: tutti i prodotti commercializzati sono dei biostimolanti (attivatori della biologia cutanea) ma, non tutti, determinano un miglioramento fisiologico e biologico della cute. Ma cosa intendiamo come miglioramento fisiologico della cute?
La fisiologia indica la normalizzazione delle funzioni biologiche del corpo e, quindi, miglioramento fisiologico della cute indica lʼottimizzazione delle reazioni biologiche che debbono mantenere ben nutrita e funzionale la nostra cute. La cellula deputata a questa attività è il FIBROBLASTO.
Come funziona il FIBROBLASTO
Questo è capace di produrre i componenti della matrice dermica nelle qualità e nelle quantità necessarie a mantenerla nutrita e funzionale (collagene elastina acido ialuronico). Ma la sua attività non è solo di mantenimento della matrice ma anche di riparazione dei danni subiti. Riparazione che si evidenzia con la formazione di tessuto cicatriziale (fibroso) a compenso del danno biologico subito dalla cute stessa.
Il fibroblasto possiede dei recettori specifici che possono essere attivati da sostanze diverse e che stimolano la produzione di diversi componenti macromolecolari della matrice (quelli prima menzionati).
Ad esempio, in caso di degradazione dei normali componenti della matrice (acido jaluronico ecc. ecc.) vengono attivati dei recettori specifici (CD 44) che attivano la produzione di matrice funzionale a compenso di quanto perduto; in caso di perdita di sostanza per danno, la reazione infiammatoria o i frammenti cellulari (acidi nucleici) attivano la risposta cicatriziale con formazione di tessuto fibrotico. Ovviamente il risultato di queste reazioni presenta delle fondamentali differenze biologiche.
In ambedue i casi il tessuto aumenta la sua consistenza e quindi la sua ESTETICA, ma nel primo caso questo è dovuto alla neoformazione di matrice funzionale e biologicamente attiva, mentre nel secondo caso è dovuto a tessuto fibrotico, inerte e non funzionale e quindi causa un DANNO.
Quindi é evidente che parlare di biostimolazione in modo non specifico è sul piano medico (mantenimento dello stato funzionale alla base del concetto di salute) un errore.
Come medici dobbiamo cercare di migliorare le funzioni biologiche della cute e non creare dei miglioramenti estetici che trasformano od inibiscono le funzioni creando danno.
Fatta questa dovuta premessa, approfondiamo i prodotti proposti come biostimolanti. Quello più utilizzato è lʼacido ialuronico.
Questo, se somministrato in forma macromolecolare, non svolge alcuna azione di attivazione biologica (quale componente finito della matrice non attiva il fibroblasto ma lo mette a riposo) ma solo unʼazione passiva di richiamo dʼacqua che migliora il turgore cutaneo: non un effetto medico ma un effetto estetico.
Se somministrato in forma micromolecolare (28-36 monomeri) attiva, attraverso il legame ai CD 44, le funzioni di neoformazione di matrice trofica e funzionale: effetto medico che migliora anche lʼestetica.
Altro prodotto proposto come biostimolante è il PDRN (polidesossiribonucleotide cioè estratti di placenta acidi nucleici). Gli acidi nucleici sono normalmente presenti allʼinterno delle cellule e fuoriescono in seguito al danneggiamento di queste. Il fibroblasto viene stimolato dal PDRN verso unʼazione di tipo riparativo e produce collagene fibrotico a compenso del danno biologico che ha causato la fuoriuscita di materiale dal nucleo delle cellule.
Si ottiene la neoformazione di collagene di I° tipo, cicatriziale (il collagene del giovane, della pelle giovane é di tipo III° reticolare) con indurimento della matrice dermica che pur presentandosi con un miglioramento dell’estetica della cute evidenzia una riduzione delle funzioni biologiche della stessa e quindi anche in questo caso un effetto estetico dovuto a un danno biologico.
Altri prodotti utilizzati come biostimolanti contengono dei precursori biologici dei costituenti della cute: glucosamina per lʼacido ialuronico, aminoacidi per collagene ed elastina. Questi hanno indubbiamente un significato funzionale importante fornendo al fibroblasto i costituenti di base necessari alla costruzione dei componenti della matrice dermica.
Manca una stimolazione specifica sulle funzioni del fibroblasto. Concludiamo ricordando che un biostimolante ottimale dovrebbe:
– attivare la normale funzione biologica del fibroblasto (con fattori di crescita o frammenti di acido ialuronico)
– fornire i precursori biologici dei costituenti della matrice dermica.
– mantenere lo stato colloidale di sol della matrice (la gelificazione per acidificazione od indurimento fibrotico impedisce i normali scambi biologici).
– essere un prodotto certificato per la via iniettiva intradermica.
Solo attraverso la continua verifica scientifica di quanto viene proposto dal mercato possiamo fornire alle nostre pazienti un risultato estetico attraverso un intervento medico a meno che le pazienti non siano interessate al solo risultato estetico.